Molti dati empirici supportano il collegamento esistente tra Disturbo da Uso di Sostanze e Disturbi di Personalità, suggerendo che il legame tra dipendenza da sostanze e tratti di personalità clinici non sia affatto casuale: la presenza di un disfunzionamento o di una patologia a carico della personalità inciderebbe non solo sull’esordio della dipendenza da sostanze, rendendolo più probabile, ma anche sul suo andamento, sull’aderenza all’eventuale trattamento e sulla prognosi (Vaillant, 1983).

Nello specifico, la letteratura ha mostrato che, in presenza di un Disturbo di Personalità, l’esordio della dipendenza da sostanze tende ad essere più precoce e che il Disturbo Antisociale, Borderline, Istrionico e Narcisistico di Personalità aumentano la probabilità di sviluppare una dipendenza da droghe (Cohen et al., 2007; Lingiardi & Gazzillo, 2014) con una stima di prevalenza al 75% per i pazienti Borderline ed al 95% per quelli con Disturbo Antisociale di Personalità (Hatzitaskos et al., 1999). Per quanto riguarda i pazienti con diagnosi di Disturbo Narcisistico di Personalità, le stime di incidenza variano tra il 6% (Yates et al., 1989) ed il 38% (Marsch et al., 1988), con valori inferiori se si considera la dipendenza da alcol e maggiori in coloro che fanno uso di cocaina, eroina e nei poli-dipendenti.

Quali meccanismi psicologici possono spiegare l’associazione evidenziata tra Disturbi di Personalità e dipendenza da sostanze? Alcuni autori hanno studiato il modo in cui un Disturbo di Personalità influenza le motivazioni che stanno dietro all’uso di una sostanza: ogni tipologia di droga, infatti, produce effetti molto differenti. La letteratura ha evidenziato che i pazienti con personalità Narcisista ricercano nella cocaina l’“auto-medicazione” per regolare stati d’umore disforici o depressi (“self-medicators”) mentre le persone con personalità Antisociale e tratti di impulsività (“sensation seekers”) la usano nel tentativo di produrre stati emotivi piacevoli e positivi (Gunnarsdòttir et al., 2000; Moeller et al., 2001; Rigliano & Bignamini, 2009). Khantzian, in un lavoro del 1997, conclude le sue osservazioni sostenendo che, in generale, cocaina e psico-stimolanti sono usati per regolare il tono dell’umore (mania, ipomania e depressione), mentre gli oppiacei per ridurre la sofferenza psicologica associata a emozionalità negativa come rabbia o tristezza.

In linea con questi studi, Panksepp e Biven (2012) hanno studiato l’evoluzione dei neurocircuiti o “sistemi emotivi” che regolano i principali aspetti della nostra vita, evidenziando come le loro alterazioni, iperattivazioni e inibizioni siano all’origine dei disturbi psicologici e psichiatrici. In particolare, gli autori hanno ricondotto le dipendenze da sostanze ai sistemi della ricerca/ricompensa (“seeking”) e della paura/ansia (“panic-grief”). Ogni azione o motivazione positiva, che stimola una risposta attiva, passa per il circuito “seeking”, che è connesso con differenti aree cerebrali istintive, emotive e cognitive: è il sistema che aiuta a trovare modi per vivere con piacere e soddisfazione. Il sistema della ricerca è stato chiamato anche “circuito del piacere” o “sistema del rinforzo” ed è caratterizzato dalla azione del neurotrasmettitore “dopamina”, la cui ricaptazione è inibita da droghe come la cocaina. Il sistema della paura, invece, ha come base l’evitamento del dolore e del pericolo. Quando disattivato dalla presenza degli oppioidi il sistema della paura si connette a sentimenti di appagamento e pace (per fare un esempio, il sistema “panic-grief” si disattiva quando un bambino si espone al contatto con la figura di accudimento, al suo odore o alla sua voce, ma anche quando si assume una sostanza stupefacente come eroina o morfina).

Sulla scorta della letteratura presentata è evidente come la dipendenza da sostanze sia un disturbo complesso e multi-causale, derivante da un intreccio di fattori biologici, culturali e psicologici, la cui manifestazione può avvenire secondo modi diversi e in associazione ad altri disturbi psicologici. Un buon trattamento non può prescindere da un’accurata diagnosi: è opportuno comprendere se esistano condizioni psicopatologiche associate (ad esempio disturbi di personalità) e come queste si leghino alla dipendenza da sostanze. Una buona diagnosi deve comprendere queste informazioni, o quantomeno permettere delle ipotesi a carico dell’evoluzione del sintomo specifico (es. uso di droga) nel contesto generale della storia di sviluppo della persona. Molti percorsi riabilitativi falliscono proprio a causa della scarsa considerazione prestata agli aspetti di co-esistenza di altri disturbi psicologici/psichiatrici o condizioni cliniche! Il fallimento di un percorso riabilitativo è sempre un evento da scongiurare nella vita di una persona, in quanto non solo indebolisce la speranza di guarigione ma spesso rafforza anche convinzioni negative rispetto a sé e rispetto alle possibilità di recupero.

 

Riferimenti bibliografici

  • Vaillant, G.E. (1983). The natural history of alcoholism. Harvard University Press.
  • Cohen, M., Levin, S.H., Gagin, R. & Friedman, G. (2007). Elder abuse: disparities between older people’s disclosure of abuse, evident signs of abuse, and high risk of abuse. Journal of American Geriatric Society, 55, 8, pp. 1124-1230.
  • Hatzitaskos, P., Soldatos, C.R., Kokkevi, A. & Stefanis, C. S. (1999). Substance abuse patterns and their association with psychopathology and type of hostility in male patients with borderline and antisocial personality disorder. Comprehensive psychiatry, 40, 4, pp. 278-282.
  • Khantzian, E.J. (1997). The self medication hypothesis o substance abuse disorder: a riconsideration and recent applications. Harvard review of psychiatry, 4, 5, pp. 231-244.
  • Lingiardi, V. & Gazzillo, F. (2014).  La personalità e i suoi disturbi. Raffaello Cortina, Milano.
  • Moeller, F.G., Dougherty, D.M., Barratt, E.S., Schmitz, J.M., Swann, A.C. & Grabowski, J. (2001). The impact of impulsivity on cocaine use and retention in treatment. Journal of substance abuse treatment, 21, 4, pp. 193-198.
  • Pansekk, J. & Biven, L. (2012). Archeologia della mente. Origini neuroevolutive delle emozioni umane. Tr. It. Raffaello Cortina, Milano (2014).
  • Rigliano, P. & Bignamini, E. (2009). Cocaina. Consumi, psicopatologia e trattamento. Raffaello Cortina, Milano.
  • Yates, W.R., Fulton, A.I., Gabel, J.M. & Brass, C.T. (1989). Personality risk factors for cocaine abuse. American Journal of Public health, 79, 7, pp. 891-892.